Cos’è barbarie, cosa non è

bàrbara, bàrbaro lat. BÀRBARUS dal gr. BARBÀROS, che sembra voce onomatopeica (come BALBUS balbuziente) resultante dal raddoppiamento del suono BAR: onde originariamente avrebbe significato un parlare di rozzo suono, ma più tardi, quando il popolo greco cominciò ad essere compreso tutto sotto il nome di Elleni, valse non greco, straniero, forestiero (che parla una lingua inintelligibile, che non ha senso per chi l'ode). - Nato in paese ove le leggi e i costumi non sono civili; fig. Incivile, di aspri e rozzi costumi; Inumano, Crudele, Efferato.

Quel magma informe che ribolle in attesa di eruttare dalla Storia e ricoprire le città. La riscoperta di un paradigma rivoluzionario che mette al centro il desiderio insurrezionale che deborda dalla critica radicale. Non una posizione politica, né una nuova identità settaria, ma la volontà di costruire percorsi rivoluzionari sopra e oltre la linea favolosa.

La scienza sociale di oggi è come l’apparato produttivo della società moderna: tutti ci sono dentro e lo usano, ma chi ne tira fuori profitto sono solo i padroni.
Non potete spezzarlo – ci dicono – senza ributtare l’uomo nella barbarie. Ma prima di tutto, chi vi dice che ci sta a cuore la civiltà dell’uomo?

Mario Tronti – Operai e Capitale

Se sulla piazza lo scontro è tra civiltà e barbarie, noi sappiamo da che parte stiamo.
Se la logica borghese impone la razionalità del mercato, i nostri discorsi non avranno senso quando uditi da orecchie razionali.

Siamo incomprensibili per burocrati, psicologi e sociologi, professori, giudici, padroni, lo Stato e i suoi giornali.
Siamo rozz* per chi ci giudica dai saloni dove si banchetta coi nostri corpi e i nostri desideri: noi ce li riprendiamo senza chiedere il permesso, senza usare le posate, non paghiamo per vedere il salone in fiamme.
Siamo stranier* alle istituzioni, al lavoro salariato, al consumo neoliberista, alla coppia e alla famiglia, alla necessità di dividerci in categorie e identità.
Siamo forestier* che avanzano, l’orda che assedia i vostri centri luccicanti bestemmiando quel fantasma che chiamate civiltà.

Il fascismo delle divise e dei saluti romani si pone come l’ultimo baluardo contro i migranti, i parassiti, i froci e le donne che non vogliono servire il maschio. La democrazia occidentale si (ci) ripromette di portare la civiltà a colpi di bombe e ristrutturare il nostro rifiuto della vita di merda a colpi di lavoro, legalità e decoro.
Ad entrambe le cose noi ci opponiamo, ad entrambe le cose opponiamo la barbarie.

Una barbarie intelligente, una sensualità ironica, una ingenuità sapiente forse non esistono ancora, ma c’è già motivo per pensare che siano possibili.

Lea Melandri

Barbarie ver. 1.0