Non c’è solo l’utile, c’è anche il dilettevole

Marchionne è morto: bene. Sarebbe stato meglio fossero stati i rapporti di forza a fargli scegliere tempo fa di occupare il suo tempo facendo altro al posto di logorare il tempo dei lavoratori? Sì, dato che significherebbe che sarebbero a noi favorevoli.
Posto questo rimane comunque lecito lasciarsi strappare un sorriso dalla morte di Marchionne. Chi dice che non lo è poiché inutile sbaglia sia perché è un sorriso dato dall’odio di classe, sia perché non si vive solo per l’utile, ma anche per il dilettevole. Felicitarsi della morte di qualcuno non è eticamente sbagliato, a meno che non si stia giocando a fare i buffoni e si voglia dare qualche dignità ai concetti di pietas e umanità o si abbiamo allucinazioni di confuse danze macabre. A questo punto c’è chi dice che non lo si dovrebbe fare perché il “Marchionne-uomo” è diverso dal “Marchionne-padrone”, che quando una persona infima sta male o muore non c’è più utilità nello sprecare parole per essa perché non rappresenta più nulla. Ebbene: è una gran fesseria. La lotta di classe non è lotta contro il simbolo, è lotta che si dispiega nella materialità di questo mondo. Il “Marchionne-uomo” e il “Marchionne-padrone” sono lo stesso soggetto, non possono essere scomposti. I padroni sono marciume anche in quanto individui, non solo in quanto “simboli”, perché vivono con noi su questa Terra, non in una poesia.

CIAO PICCOLO ANGELO

Non restiamo umani

A quanto pare lo slogan che una nutrita parte di chi si oppone al governo attuale ha deciso di adottare è “restiamo umani“.
Basta invitare a conservare la propria “umanità” a fronte di un continuo attacco da parte della destra che si propone come forza “materialista”?
La Lega e il resto della reazione vogliono e riescono a rappresentarsi come forza con i piedi per terra, lontana dalla metafisica benpensante che vogliono attribuire a tutti coloro che li considerano uno spreco di ossigeno. A questo punto, però, parliamoci chiaro: che cos’è dire “restiamo umani” se non metafisica di bassa lega? Parlare di umanità per affrontare la retorica fascista è andare in guerra in mutande con in mano un’arma fatta di aria e sabbia. Dire “restiamo umani” significa nutrire un perverso piacere per la sconfitta.
Parlare di umanità è esclusivamente parlare di moralità utilizzando altri termini per non dar l’idea d’essere preti. Una volta detronizzato Dio dall’ideale di perfezione, ci si impegna per far sedere l’ideale di Umano sulla sacra seggiola. Si distrugge l’idea di Dio come ente e ci si tiene stretta la morale del vecchio feticcio per addobbare quello nuovo.
Se si utilizza come metro la moralità, l’Umano e il fascista sono per forza di cose due figure che divergono nettamente. Ma è vero? No. Nel momento in cui un soggetto è biologicamente un essere umano, sarà un uomo che sia una gran brava persona o che sia un fascista, un molestatore, un assassino e stupratore seriale.
L’umanità è quindi un nuovo modo di chiamare lo Spirito: si può opporre al fascismo lo Spirito Santo? A meno che Salvini non sia posseduto dal demonio, possiamo azzardare un “no” come risposta.
Questo Spirito Santo composto di valori borghesi, moderatezza e amore per il prossimo nostro non è materialismo e non è per questo un’arma contro il fascismo. Chi crede altrimenti, vada a prendere i voti.